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Il viaggio in posa: quando il mondo diventa uno studio fotografico per il feed

  • Immagine del redattore: @mauroeffe
    @mauroeffe
  • 13 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
Selfie

Viaggiare per essere visti

Non si parte più soltanto per “vedere” un luogo, ma per esserne parte: dentro una foto, in una cornice riconoscibile, pronta per i social.Il turismo contemporaneo vive anche di scenografie globali — monumenti, spiagge, skyline — che diventano palcoscenici della nostra identità digitale. In questa nuova estetica del viaggio, la foto non è più il ricordo dopo l’esperienza, ma la ragione stessa per partire.

“Volevo rifare quella foto che avevo visto su Instagram”, confessa un viaggiatore a Positano. “Non immaginavo quanta gente avrei trovato in coda per scattarla.”

L’era del turismo fotografico-social

Secondo ricerche recenti:

  • Il 68 % dei viaggiatori condivide foto del proprio viaggio sui social (Travel Agent Central, 2024)

  • Il 48 % ammette di scegliere una destinazione anche in base a quanto “verrà bene in foto” (Statista, 2023)

  • il 75 % trova ispirazione per i propri viaggi proprio guardando immagini altrui sui social.

La tendenza è chiara: viaggiare è diventato anche comunicare.Ogni luogo visitato è un contenuto potenziale, ogni tramonto un filtro da scegliere.

Italia da scattare: i luoghi più “instagrammabili”

L’Italia, da sempre musa del viaggio, oggi vive una seconda giovinezza grazie ai social.Tra le mete più fotografate:

  • Venezia, con il riflesso dorato dei canali all’alba;

  • Positano, icona mediterranea di curve e colori pastello;

  • Roma, dove il Colosseo resta il soggetto più condiviso d’Europa su Instagram;

  • Firenze, tra Duomo e Ponte Vecchio, protagonisti di milioni di selfie artistici;

  • Matera, che negli ultimi anni ha guadagnato visibilità globale proprio grazie a immagini virali.

In molti casi, i Comuni stessi incoraggiano il fenomeno: punti panoramici attrezzati, hashtag ufficiali e festival fotografici.

I luoghi simbolo nel mondo

Anche a livello globale, alcuni luoghi sono diventati veri e propri santuari dell’immagine:

  • Bali e le sue infinity pool con vista sulla giungla, dove ogni scatto vale un post da sogno;

  • Santorini, regina del bianco e blu, oggi affollata di fotografi all’alba;

  • New York, che da Central Park a DUMBO rimane una delle città più immortalate al mondo;

  • Dubai, laboratorio dell’estetica verticale e dei contenuti spettacolo;

  • Kyoto, dove la bellezza tradizionale incontra la cura millimetrica del dettaglio visivo.

  • Rio, morro dois Irmãos dove si gode della migliore vista sulla cidade maravilhosa


La voce dei viaggiatori

 

“Non è solo vanità — racconta Chiara, travel content creator — è anche un modo per ricordare. Ma a volte mi accorgo di aver vissuto un luogo più attraverso lo schermo che con gli occhi.”

 

“Quando guardo le foto dei miei viaggi, capisco che ho scelto certe mete proprio perché le avevo già viste in un post”, dice Fabio, 35 anni, fotografo freelance.

 

Queste testimonianze riflettono un tratto comune: l’immagine è diventata linguaggio universale del viaggio.

Effetti collaterali e nuove opportunità

Il turismo “in posa” non è solo narcisismo digitale.Ha portato vantaggi reali:

  • visibilità per destinazioni meno note,

  • rinascita di borghi e scorci dimenticati,

  • nuove professioni legate ai viaggi visivi (travel photographer, content creator, social manager turistici).

Ma presenta anche criticità:

  • sovraffollamento di luoghi iconici,

  • esperienze più “messe in scena” che vissute,

  • perdita di autenticità culturale.

Molte località, per contrastare gli effetti negativi, promuovono percorsi alternativi: “hidden spots”, itinerari a bassa densità, e campagne come #TravelRespectfully o #LeaveNoTrace.

Viaggiare con consapevolezza (e bellezza)

Come vivere il turismo dell’immagine senza ridurlo a pura apparenza?

  1. Scatta, ma resta.


    Dopo la foto, resta qualche minuto a osservare, ascoltare, annusare il luogo.

  2. Cerca la tua prospettiva.


    Il mondo non ha bisogno della stessa foto fatta milioni di volte: trova il dettaglio invisibile.

  3. Racconta, non solo mostra.


    Le didascalie sono parte del viaggio: condividi storie, non solo scatti.

  4. Rispetta lo spazio.


    Evita comportamenti invasivi o rischiosi per ottenere l’immagine perfetta.

Conclusione

Oggi viaggiare è un atto estetico e narrativo: si parte per essere parte dell’immagine del mondo.Il turismo fotografico-social, se vissuto con sensibilità, può diventare un modo nuovo per riscoprire la bellezza: non solo quella che si vede, ma quella che si crea — con uno scatto, una storia e un’emozione condivisa.

 

In fondo, il vero souvenir non è la foto perfetta, ma ciò che resta quando lo smartphone è spento.

 


 
 
 

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