Un nuovo trend nella moda basato semplicemente sul principio di trasformare e personalizzare i capi di abbigliamento inutilizzati o di seconda mano in nuovi abiti, attraverso tecniche artigianali tradizionali e non.
Obiettivo dei progetti di riciclo è quello di creare e produrre capi per clienti privati e/o fashion company, attingendo dai magazzini aziendali, guardaroba personali o attraverso collezionisti d’epoca e mercati vintage.
Questa interessante iniziativa presentata a Pitti Uomo Firenze nell’edizione passata ha riscosso, ovviamente, il giusto interesse da parte di media e buyers. Nel mondo fashion, purtroppo, si produce molto di più rispetto a quanto si consuma, con un danno sia per la creatività e sia per l’ambiente.
Il riutilizzo “inventivo” di stock esistenti è una delle interessanti soluzioni contro l’eccesso di abiti senza più anima, che accomuna città come Los Angeles, Tokyo, New York, e l'Italia.
Dietro al back stage ci sono creativi e consulenti con alle spalle esperienze professionali per top brand, alla ricerca continua di tessuti applicati a forme contemporanee, riconfigurando capi vintage, interpretandoli, trasformandoli, riparandoli e rendendoli pezzi unici, dove ogni capo è diverso dall’altro, diventando unico.
Un processo di trasformazione che nasce dal dialogo con ogni singolo pezzo e che richiede creatività, innovazione, tecnica: il risultato finale sono abiti “vivi” che hanno sulla loro superficie, tra strappi rammendati, toppe e alterazioni, una loro personale bellezza che è l’esatto contrario della serialitá industriale.
Un mood che al momento raggiunge un target di nicchia e indubbiamente metropolitano, ma il principio di base, l’idea, potrebbe essere esteso anche ad altri contesti, riservandoci grande sorprese per il futuro.
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