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Immagine del redattore@mauroeffe

Comunicare positivo attraverso il Fashion


Iraq, Kurdistan.

Cosa viene in mente?

Curdi, califfato e barbe.

Certamente non il mondo della Moda.

Così un gruppo di giovani curdi di Erbil, cool, hipster e open mind, hanno lanciato, in una regione sconvolta dai tanti conflitti etnici, Mr. Erbil un blog che successivamente è diventato il primo Gentlemen’s Fashion Club mediorientale, sui principali social.

Indossando abiti occidentali, chiaramente copiati ma realizzati in loco, lanciano un messaggio chiaro: la Moda può aiutare e all’avanguardia degli abiti può corrispondere, anche, quella delle idee.

Questa parte di mondo non è solo guerra e non il Kurdistan iracheno: c’è spazio per la moda, le barbe cool, le donne, per tutti.

Mostrandosi al meglio all’esterno del Paese questi ragazzi vogliono dare una visione diversa, e magari incuriosire qualche investitore straniero che desidera realizzare una linea d’abbigliamento, contribuendo al rilancio dell’economia del Paese.

Ma chi sono questi ragazzi?

Sono la gioventù dorata di Erbil che, dopo l’invasione americana del 2003 e la caduta di Saddam Hussein, hanno conosciuto una vera primavera economica e culturale.

Hanno appreso l’inglese, scoperto il web, viaggiato in altri Paesi e raggiunto obiettivi come la laurea e professioni ben remunerate.

Poi è arrivata la guerra, l’Isis e purtroppo la situazione è cambiata: un decennio felice si è interrotto bruscamente, lasciando i ragazzi a domandarsi cosa fare oltre che combattere.

Rifacendosi alla figura dell’Affendi, il nobile locale ben vestito e attento al look, hanno iniziato a fotografarsi e postarsi: i numeri dei followers sui social parlano chiaro. Tutto ciò può sembrare contraddittorio pensando ai loro coetanei che combattono l’Isis sul terreno, a pochi chilometri da Erbil, ma è chiaro che se chiamati a lottare contro il radicalismo del Califfato sarebbero tutti pronti a combattere di certo.

Quello che hanno deciso di fare, al momento, è combatterlo su altri fronti.

Non solo foto ma anche campagne per l’ambiente, il pluralismo religioso e soprattutto per l’emancipazione femminile attraverso un video «Women», tradotto in ben 14 lingue, in cui tutti i membri del Gentlemen Club hanno messo la loro faccia per denunciare la violenza contro le donne.

Il resto lo raccontano le loro foto e il tempo che verrà!

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