Non tutti viaggiano in business. E si vede!
- @mauroeffe
- 12 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 lug

C’è chi affronta un volo come un momento di relax, e chi lo vive come un’arena di gladiatori pressurizzata a 10.000 metri.
Ecco uno sguardo (ironico, ma non troppo) sulle liti sempre più frequenti a bordo degli aerei.
Alta quota, bassa tolleranza
C’è stato un tempo in cui volare evocava immagini di hostess sorridenti, pasti serviti su vassoi di latta e bambini che, con lo sguardo incantato, guardavano le nuvole dal finestrino. Oggi, invece, volare è diventato un reality show senza copione: benvenuti a “Risse tra le nuvole – edizione economy plus.”
Ogni giorno un nuovo episodio.
Una coppia litiga perché lui ha osato reclinare il sedile di tre gradi.
Una signora si lancia in un freestyle verbale perché il vicino di posto osa togliersi le scarpe. Un passeggero grida “libertà!” mentre si rifiuta di spegnere l’iPad.
Manca solo Barbara D’Urso in cabina di pilotaggio a commentare con sguardo attonito.
E poi ci sono i veri gladiatori dell’aria: quelli che occupano il bracciolo centrale come se fosse il trono di Spade.
O i genitori che si trasformano in stuntman per cambiare pannolini durante la turbolenza, mentre il resto dell’aereo valuta di lanciarsi con il giubbotto salvagente.
Intanto l’equipaggio, con l’aplomb di chi ha visto l’inferno e ha scelto di lavorarci, distribuisce snack e sorrisi di circostanza, mentre con una mano compone il numero dell’Interpol!
Forse l’aria rarefatta ci rende tutti più suscettibili, o forse è solo che, nel cielo, come a terra, nessuno vuole più cedere il posto (né il Wi-Fi gratuito).
Insomma, volare non è più un’esperienza: è uno sport estremo.
E la destinazione? Quella arriva, sì… ma solo dopo che il passeggero del 14C ha finito di spiegare a tutti che lui ha pagato il biglietto!
Conclusione
Se ti siedi in silenzio, non reclini il sedile e sorridi al vicino…non sei in volo!
Sei su Netflix, a guardare un documentario sugli aerei!
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