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L’intelligenza artificiale: ci aiuta o ci spia?

  • Immagine del redattore: @mauroeffe
    @mauroeffe
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 1 min

L’intelligenza artificiale è ormai ovunque: ci suggerisce cosa mangiare, cosa guardare, cosa comprare… e a volte anche chi amare (grazie, algoritmi delle dating app, per avermi proposto il mio ex come “match ideale”).

Ma ci aiuta davvero?

Certo, l’IA ci semplifica la vita: scrive email al posto nostro, riassume romanzi che non leggeremo mai, corregge bozze meglio del prof di italiano delle superiori.

È l’assistente perfetto: instancabile, veloce, e – soprattutto – non prende ferie né pretende il venerdì libero.

Però, diciamolo: ci aiuta… ma con quell’aria da secchiona della classe che sa tutto e non perde mai occasione per farcelo notare.

Tu chiedi “che tempo fa domani?”, e lei ti risponde con una previsione meteo, la percentuale di umidità e un consiglio su come vestirti.

Grazie, ma era solo per sapere se portare l’ombrello.

E poi c’è la questione privacy: l’IA ci conosce così bene che a volte ci spaventa.

Sai quando pensi a un viaggio in Islanda e ti ritrovi bombardato da offerte di volo, maglioni di lana e corsi di islandese base?

No, non stai impazzendo: l’IA ti legge nel pensiero.

O quasi.

Quindi, in definitiva: l’intelligenza artificiale ci aiuta?

Sì. Ma lo fa con quel tono da “lo faccio per il tuo bene” che usava tua madre quando ti faceva mangiare le verdure.

Insomma: è utile, brillante e insostituibile.

Ma se un giorno dovesse anche iniziare a giudicarci per le scelte su Netflix… forse è il momento di spegnere il Wi-Fi!


 
 
 

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